Quando si parla di piante grasse succulente, non si può fare a meno di menzionare la fenestraria, che fa parte della famiglia delle aizoacee: la si trova nelle bancarelle dei mercati o nei vivai, essendo disponibile in molteplici contesti. Caratterizzata da un fusto molto corto a cui sono attaccate le foglie, questa pianta è perenne e arriva dalla costa atlantica. Le foglie hanno una lunghezza di più o meno tre centimetri, con una forma decisamente particolare che ricorda quella di tante clave di dimensioni ridotte: la loro parte superiore è convessa e trasparente, ma soprattutto è priva di clorofilla. Ciò vuol dire che la luce ha la possibilità di passare direttamente all’interno della pianta: un retaggio della sua collocazione originale, dal momento che in natura la fenestraria è, in molti casi, sommersa dalla sabbia. Il nome deriva proprio da queste tante piccole finestre, grazie a cui è reso possibile il passaggio della luce.
Per quel che riguarda i fiori, sono piuttosto voluminosi e altrettanto vistosi, contraddistinti da grandi stami il cui aspetto ricorda quello delle margherite. I petali possono avere, a volte, un colore rosso o giallo. Nota come Baby Toes (alluci dei bambini, perché la forma delle foglie ricorda quella delle dita dei piedi dei bebè), la fenestraria oggi può essere coltivata senza problemi in appartamento, meglio se in una zona soleggiata in grado di ricevere tanta luce. In estate, inoltre, la pianta può essere posizionata direttamente all’esterno, in modo tale che possa entrare in contatto con i raggi del sole diretti.
Ovviamente, si sta parlando pur sempre di una pianta grassa: il che vuol dire che preferisce un clima mite e, in qualsiasi caso, non sopporta il freddo. Attenzione, quindi, alle temperature che vanno sotto lo zero, perché potrebbero essere molto pericolose. In linea di massima, la temperatura ottimale va dai 10 ai 15 gradi, ma l’importante è evitare le gelate. Ecco spiegato il motivo per cui se si decide di coltivare le fenestrarie all’esterno è necessario ritirarle, nel corso dell’inverno, in un luogo riparato o – ancora meglio – in una serra, in modo tale da avere la sicurezza che non subiscano danni. Per ciò che concerne il terriccio, infine, quello più indicato è di tipo sabbioso, leggero e drenante al tempo stesso: un mix di terriccio universale e ghiaietta è perfetto.